sabato 6 agosto 2011

LANCIA ASTURA CABRIOLET MINISTERIALE. Un articolo inedito.

Perugia, 2010. Sono nella verdeggiante provincia di Perugia, dove in una fredda giornata di dicembre, vengo accolto nella villa del Collezionista. Con la calma di una domenica pomeriggio, si degusta un buon vino locale mentre inizia la visita alla parziale collezione di auto custodita in questa proprietà. Le auto sono in ottime condizioni sia dal punto di vista della carrozzeria sia da quello della meccanica. Ognuna di esse meriterebbe di essere raccontata, ma oggi lo scopo della visita è un altro. Così non mi soffermerò sui modelli anteguerra tra cui spiccano Rolls Royce, Fiat (501 corsa, 503, varie versioni di Balilla, Ardita, 1100, fino alla più comune Topolino), Ford, Cytroen, Willis e ancora e ancora.
Lo scopo di questa visita è la Lancia Astura Ministeriale attualmente in fase di restauro. Ma andiamo con ordine.
L'auto in questione è una delle quattro (il dato è incerto) frutto della megalomania di Benito Mussolini che nel 1938 ne commissionò la costruzione. L'occasione che valse tale realizzazione (i cui tempi sono da record: si parla di 6 mesi tra la progettazione e il prodotto finito) fu la visita di Hitler nel maggio del '39  in Italia per la stipula del Patto d'Acciaio. Data la risonanza internazionale dell'evento, Mussolini fece preparare questo ristretto parco macchine ad hoc per l'evento; l'obiettivo era palesare, alla vasta folla che sarebbe stata presente ma soprattutto al Fuhrer, la potenza italiana esaltandone al contempo sfarzosità e rigore.
Si andava infatti a suggellare l'autorevolezza di un accordo che avrebbe turbato il panorama europeo con la costituzione dell'asse italo-tedesco. A testimoniare la sfilata ci sono vari filmati dell'Istituto Luce che ripresero il passaggio di questo ristretto parco macchine in mezzo a folle festanti e intimorite dalla mole di quest’auto, al cui interno sembra che il re Vittorio Emanuele III avesse fatto montare un apposito sgabello che lo sostenesse slanciandolo durante il consueto saluto al popolo.
Ad occhi inesperti le quattro Lancia Astura Ministeriale in parata potevano sembrare perfettamente identiche ma da un'attenta analisi dei particolari, il nostro Collezionista è riuscito a stabilire che quella in suo possesso è proprio l'auto che ebbe l'onore e l'onere di ospitare Adolf Hitler. La distinzione fatta dal giovane collezionista umbro è stata resa possibile dalla minuziosa analisi di piccoli dettagli che distinguono la carrozzeria della sua Lancia, commissionata a Pininfarina, da quella delle altre tre, che furono invece commissionate a Boneschi e Stabilimenti Farina. I particolari che rendono possibile la distinzione sono le maniglie, gli allestimenti interni, la mascherina meno squadrata e più lineare.
Data la scarsità di documenti dell'epoca seguente questa comparsa imperiale, le tracce della vettura divengono vaghe e di difficilmente immediata attendibilità. Tuttavia la determinazione e la passione storica del padre del collezionista, fecero sì che, nei primi anni '70, questi riuscisse a ripercorrere idealmente il tragitto compiuto dall'auto sino al suo abbandono.
La ricostruzione vede così l'auto utilizzata dal '39 al '43 per parate, sfilate militari e inaugurazioni nelle maggiori piazze italiane (numerosi gli avvistamenti presso la Reggia di Caserta, Roma e Firenze) fino a trasferte di rappresentanza all'estero (viene avvistata anche presso le colonie in Albania).
L'auto fu utilizzata in ultimo dal re Vittorio Emanuele III per la sua precipitosa fuga dall'Italia avvenuta il 9 settembre del '43.  Per tale occasione, lungo il tragitto Roma-Pescara, lo sfarzo del blu ministeriale che contraddistingueva la vettura venne rivestito da uno strato di anonimo grigio al fine di mascherare – per quanto possibile – l'ingombro del mezzo. Leggenda vuole che la parata che costituiva la fuga fosse stata agevolata da accordi segreti che ne garantirono il silenzio e ne permisero l'arrivo. Infatti, risulta ben difficile poter pensare ad una traversata del Bel Paese che potesse passare inosservata sotto la pressione di bombardamenti e dell'esercito americano intento a risalire l'Italia per liberarla dalla dittatura fascista.
Dal '43 al '71 l'auto rimase “parcheggiata” in un deposito nei pressi del porto di Pescara. Qui l'ingombro del mezzo, sia in termini fisici che politici, venne tenuto nascosto alla vista sotto strati di macerie che, sommate alle intemperie e al trascorrere del tempo, ne condizionarono l'integrità. Tale disfacimento rese l'auto simile a un rottame, ma non agli occhi esperti di un appassionato per riuscire nell'intento di portare il mezzo in Umbria, si accordò con il proprietario della rimessa per depositare il mezzo come ferro vecchio presso uno sfasciacarrozze e da lì riacquistarlo per riportarlo in vita.
Il nuovo proprietario immaginava l'importanza del mezzo, ma solo le innumerevoli ricerche in cui si “perse” il Collezionista, ne riconobbero ufficialmente il valore storico. L'attenta analisi è partita, come già detto, dai documenti dell'Istituto Luce, in cui era possibile identificare le targhe, ma queste risultarono essere utilizzate dal Ministero degli Interni e non legate ad uno specifico numero di telaio; quindi l'analisi si è spostata sugli Archivi del Quirinale, ove è stato possibile reperire l'ordine commissionato da Mussolini; infine sono stati passati in esamina sia gli archivi Pininfarina, che però hanno ben poco materiale a seguito di un bombardamento, sia gli archivi Lancia che documentano la realizzazione dei telai ma non confermano a chi fossero destinati. Resta il fatto che dall'archivio Lancia si è potuta comprovare l'autenticità del mezzo grazie ai numeri di serie del motore, del cambio e del differenziale. Tutti questi elementi, infatti, combaciano perfettamente tranne il differenziale che venne sostituito per una rottura.

Ripresomi da quest’avvincente viaggio in un passato in bianco e nero ma legato ancora ai nostri giorni grazie questi strepitosi mezzi, ritorno alla realtà attuale in attesa di vedere la mitica Lancia solcare nuovamente le strade nostrane.
Di seguito le principali caratteristiche tecniche della Lancia Astura Cabriolet Ministeriale la cui storia è stata sin qui narrata.
Modello e presenza sul mercato: Di Lancia Astura Ministeriale ne furono costruiti 4 modelli (il dato è incerto), uno dei quali, perfettamente  funzionante e restaurato, è certamente in possesso di Bernie Ecclestone; un altro, anch'esso in ottime condizioni, si trova nel nord Italia; l'ultimo (a parte ovviamente quello sito in Umbria) si trova negli USA riverniciato di un anacronistico rosso bordeaux.
Meccanica: La meccanica è una delle più sofisticate e belle dell'epoca, mentre il motore è uno dei più equilibrati in assoluto per il periodo. Si tratta di un 8cc a V stretto, tipica impostazione Lancia, uno dei primi motori montato su supporti elastici per non trasferire le vibrazioni all'autotelaio. In più, ogni volta che si accende, un meccanismo fa sì che si ripulisca il filtro dell'olio, ottenendo una meccanica duratura e affidabile nel tempo.
Telaio: qualsiasi parte d'attrito è lubrificata da un apposito impianto (tramite una leva, lo chauffeur poteva scegliere quale parte critica lubrificare: balestre, spingidisco, cuscinetti..).
Accessori: Era dotata di radio che con apposito interruttore permetteva la comunicazione tra la parte posteriore “abitabile” e il conducente; le due parti erano infatti rigorosamente divise da un vetro che garantiva la privacy. La radio trasmetteva anche in AM.
Prestazioni, consumi e dimensioni: La velocità massima è di 128 km/h, 82 CV, 17 litri x 100 km, peso oltre 2 tonnellate, lunga oltre 6 mt.



 info@classcarcollection.comfoto

1 commento:

  1. la "megalomania" ...ma per piacere..oggi anche i passacarte del politicante meno cercato va in giro con un Audi A8...

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